News – Affitto Dammusi Pantelleria – Terrazze di Zighidi https://www.terrazzedizighidi.it Tue, 09 May 2023 11:58:57 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.5.15 https://www.terrazzedizighidi.it/wp-content/uploads/2020/06/cropped-icona-zighidi-32x32.png News – Affitto Dammusi Pantelleria – Terrazze di Zighidi https://www.terrazzedizighidi.it 32 32 Il Dammuso di Pantelleria, tra architettura e cucina e la firma di Filippo La Mantia https://www.terrazzedizighidi.it/il-dammuso-di-pantelleria-tra-architettura-e-cucina-e-la-firma-di-filippo-la-mantia/ Thu, 15 Oct 2020 07:44:53 +0000 https://www.terrazzedizighidi.it/?p=5254 Chi ha detto che il dammuso è soltanto la casa tradizionale di Pantelleria?  Il cibo può avere un grande potere ispiratore, che, unito a una grande perizia nell’arte culinaria, può trasformare una struttura architettonica dura e impermeabile in una delizia per il palato, dal cuore morbido e dal sapore avvolgente. Negli ultimi anni abbiamo assistito...

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Chi ha detto che il dammuso è soltanto la casa tradizionale di Pantelleria? 

Il cibo può avere un grande potere ispiratore, che, unito a una grande perizia nell’arte culinaria, può trasformare una struttura architettonica dura e impermeabile in una delizia per il palato, dal cuore morbido e dal sapore avvolgente.

Negli ultimi anni abbiamo assistito al trionfo della cucina in TV, che ci ha permesso di conoscere più da vicino i grandi maestri dell’arte culinaria italiana. Tra questi c’è il palermitano Filippo La Mantia, che ha iniziato a dilettarsi ai fornelli a soli 14 anni, e che ama definirsi “oste e cuoco”, appellativo che compare nel titolo di uno dei suoi libri, e nel nome di un suo famoso ristorante. Lo chef è molto attivo sui social network, e gestisce personalmente le sue pagine su Facebook e su Instagram (https://www.instagram.com/filippocuoco/?hl=it).

Ed è proprio sulla sua pagina Facebook (https://www.facebook.com/OSTEECUOCO/) che qualche giorno fa è comparsa la ricetta di un dolce, che già in fotografia fa venire l’acquolina in bocca. Si tratta del dessert “l’aranceto nel dammuso”, perfetta sintesi tra il linguaggio dell’architettura e quello della cucina. Dal suo post si evidenzia la sua forte passione per Pantelleria, dove sono radicati suoi importanti ricordi.

È difficile eguagliare la maestria di chef Filippo, ma ci si può almeno provare. L’aranceto nel dammuso è composto da un bignè adagiato su una mousse al cioccolato Guanaja, fondente al 70% ed emblematico perché prende il nome dall’omonima isola dell’Honduras, dove nel 1502 Cristoforo Colombo fu accolto da una delegazione indigena, che gli portò in dono una bevanda sconosciuta, amara e speziata…ovvero il cioccolato!

Completano la preparazione del dolce il passito di Pantelleria, la marmellata di arance, un cremoso alla vaniglia e un crumble al cacao.

Non resta che dire: buon appetito!

Nicoletta Natoli 

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Passito, da Pantelleria il vino più affascinante https://www.terrazzedizighidi.it/passito-da-pantelleria-il-vino-piu-affascinante/ Tue, 06 Oct 2020 08:19:35 +0000 https://www.terrazzedizighidi.it/?p=5249 Con la sua dolcezza, il suo calore, i suoi aromi, è uno dei vini più evocativi d’Italia È un nettare, più che un vino. Un prodotto che fa sognare. Una bevanda evocativa, che sa di sole, di mare, di tramonti, di paesaggi estremi. Il Passito di Pantelleria è uno dei vini più affascinanti d’Italia, anzi, di Sicilia,...

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Con la sua dolcezza, il suo calore, i suoi aromi, è uno dei vini più evocativi d’Italia


È un nettare, più che un vino. Un prodotto che fa sognare. Una bevanda evocativa, che sa di sole, di mare, di tramonti, di paesaggi estremi. Il Passito di Pantelleria è uno dei vini più affascinanti d’Italia, anzi, di Sicilia, perché il legame con il territorio è, nel suo caso, imprescindibile. Si produce solo ed esclusivamente in quella piccola, splendida, remota isola mediterranea, che gode di particolarità climatiche uniche, e lo si fa da secoli, secondo tradizioni immutate. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sul Passito di Pantelleria.

Turismo.it ha individuato per voi alcune etichette di Passito di Pantelleria da acquistare online, come questoBen Ryè Donnafugata. Ne trovate altre al paragrafo a fine articolo. Inoltre, potete scoprire molti altri prodotti nella sezione Amazon dedicata al Made in Italy.

Pantelleria e il suo Passito DOC

La disciplinare DOC stabilisce il Passito di Pantelleria si può produrre esclusivamente a partire dal vitigno Zibibbo (anche chiamato Moscato). Deve provenire da uve sottoposte ad appassimento al sole, che può anche avvenire sulla pianta o dopo la raccolta – la tecnica maggiormente utilizzata è la seconda. Si possono coprire le uve in caso di intemperie, ma l’appassimento deve avvenire in maniera naturale. Non si possono aggiungere mosto o altro vino, ma è permesso arricchire il Passito di altra uva passita al sole con alta concentrazione di zuccheri. Il vero Passito di Pantelleria DOC si può consumare solo a partire dal 1 luglio dell’anno successivo alla vendemmia, stabilisce la disciplinare.

Giallo ambra, con sfumature che ricordano il miele, profumatissimo, dolcissimo, denso, corposo, caldo: un sorso di Passito di Pantelleria accende tutti i sensi, e con il suo esuberante aroma si rivela immediatamente riconoscibile. D’altronde, la sua produzione è unica, come è unica la terra in cui nasce. L’isola di Pantelleria è di origine vulcanica, è poco soggetta a precipitazioni, ha una temperatura mediamente mite tutto l’anno. Ma un elemento fondamentale nel clima isolano è il vento, che spira impetuoso, tanto che i primi viticoltori hanno sviluppato un metodo particolare per permettere alla vite di prosperare. Le piante vengono messe al riparo in conche scavate nel suolo, dove non solo sono protette dalle folate, ma raggiungono anche più facilmente il nutrimento dal terreno altrimenti arido. Inoltre, all’interno di queste conche le viti, chiamate ‘ad alberello’ e dichiarate dall’Unesco Patrimonio Immateriale dell’Umanità, godono di un microclima ideale per produrre acini grossi e dolci.

Il paesaggio di Pantelleria è punteggiato di queste particolari coltivazioni, che si sviluppano su terrazzamenti, e narrano di un legame secolare con la tradizione. Il vitigno Zibibbo sarebbe infatti arrivato sull’isola in tempi molto antichi: secondo la versione più caldeggiata dagli storici furono gli Arabi a portare queste uve sulle coste pantesche, tanto che la parola araba ‘zaibib’ significa proprio ‘uva essiccata’. Altro possibile etimo è Capo Zebib, promontorio a nord della Tunisia, situato esattamente di fronte a Pantelleria. Ma origini del nome a parte, la tradizione di coltivare in terrazze, proteggendo le piantagioni con muretti in pietra, viene da una tecnica secolare, che il contadino pantesco non ha abbandonato, e che ha modellato i paesaggi isolani.

Un altro prodotto tipico di Pantelleria sono i capperi, anch’essi coltivati sugli iconici terrazzamenti: ve ne abbiamo parlato in questo articolo.

Pantelleria viene chiamata la ‘perla nera del Mediterraneo’, in riferimento non solo alla struggente bellezza dei suoi paesaggi, ma anche al colore del suolo caratterizzato da quella sfumatura scura, nera, tipica dei terreni vulcanici. Un’isola dalla costa frastagliata, ricca di grotte e anfratti, circondata da un mare cristallino e da fondali ricchissimi (ve ne abbiamo parlato in questo articolo). Il suo punto più alto è la Montagna Grande (836 metri), da cui si può ammirare l’incantevole paesaggio pantesco che, oltre ad essere caratterizzato dalle sopra citate terrazze coltivate, è punteggiato dalle tipiche strutture basse in pietra nera chiamati dammusi, spesso mimetizzati tra le rocce.

Acquistare il Passito di Pantelleria

Data la dolcezza e la corposità di questo vino, l’abbinamento consigliato è senza dubbio quello con i dessert e soprattutto della pasticceria secca. Ma non è da sottovalutare l’accostamento a qualche tipo di formaggio, specialmente gli erborinati. Per accompagnarlo, date un’occhiata a questa pagina in cui Amazon propone tutti i prodotti Siciliani acquistabili online.

Il Passito di Pantelleria DOC Ben Ryè Donnafugata, in bottiglia da 375 ml (confezione in astuccio) lo potete acquistare a questo link.

Mentre il Passito Naturale di Pantelleria DOC Pellegrino 2017, elegante vino dai profumi di albicocca, frutta candita e fico secco, in bottiglia da 500 ml, si può trovare qui.

Se invece volete provare un Passito di Pantelleria liquoroso, che secondo la disciplinare si ottiene con l’aggiunta di alcol di origine viticola (e le uve si possono appassire anche in ambiente condizionato) potete provare questo Duca di Castelmonte.

Fonte: https://www.turismo.it/

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Pantelleria paradiso del trekking: 21 sentieri per cento chilometri di cammino https://www.terrazzedizighidi.it/pantelleria-paradiso-del-trekking-21-sentieri-per-cento-chilometri-di-cammino/ Tue, 06 Oct 2020 08:13:34 +0000 https://www.terrazzedizighidi.it/?p=5244 Sfiorare i mille metri d’altitudine per poi tuffarsi giù, dai boschi di pini marittimi e lecci fino alle coste vulcaniche. Ecco la mappa voluta dal Parco Nazionale PANTELLERIA –  Ventuno sentieri per quasi cento chilometri di cammino: in un paradiso d’isola nel cuore del Mediterraneo, sfiorando i mille metri d’altitudine per poi tuffarsi giù, dai...

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Sfiorare i mille metri d’altitudine per poi tuffarsi giù, dai boschi di pini marittimi e lecci fino alle coste vulcaniche. Ecco la mappa voluta dal Parco Nazionale PANTELLERIA –  Ventuno sentieri per quasi cento chilometri di cammino: in un paradiso d’isola nel cuore del Mediterraneo, sfiorando i mille metri d’altitudine per poi tuffarsi giù, dai boschi di pini marittimi e lecci fino alle coste vulcaniche. E intanto, sul percorso, sorgenti calde e grotte come saune naturali. Il lago di Venere che è una beauty farm a cielo aperto: grazie alle sorgenti sulfuree, sul fondo si forma un fango ricco di proprietà terapeutiche e di minerali indicato per la pelle e i reumatismi. Che spettacolo le valli coltivate a vigna. Gli oliveti bassi, bassissimi. La vite ad alberello introdotta dai Fenici e ora Patrimonio dell’Umanità. Tutti quei capperi che crescono ovunque (con la quercetina: dicono sia il segreto per combattere il Covid). Lo spettacolo degli uccelli migratori. Il miracolo dell’uomo e dei terreni spietrati nei millenni: muretti a secco, giardini panteschi per proteggere gli agrumi, e i dàmmusi, le case tradizionali. Pantelleria. La più grande delle isole siciliane, la quarta in Italia per dimensioni: un aeroporto per i voli nazionali, un porticciolo per traghetti in arrivo da Trapani. E una temperatura che in autunno si aggira in media tra i 16° e i 21°.

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“L’Arca, l’Amerca e la Pantelleria”, modi di dire. Alcuni storici vedono Pantelleria come tappa di pellegrinaggio https://www.terrazzedizighidi.it/larca-lamerca-e-la-pantelleria-modi-di-dire-alcuni-storici-vedono-pantelleria-come-tappa-di-pellegrinaggio/ Mon, 28 Sep 2020 14:44:04 +0000 https://www.terrazzedizighidi.it/?p=5240 Che cos’hanno in comune la città di Córdoba, la città santa di La Mecca e l’isola di Pantelleria? Per trovare il legame tra queste tre località così distanti tra loro bisogna attingere all’immenso patrimonio di detti e proverbi siciliani, frutto di millenni di storia che hanno visto alternarsi popolazioni di origine diversa. Tra questi ce...

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Che cos’hanno in comune la città di Córdoba, la città santa di La Mecca e l’isola di Pantelleria?

Per trovare il legame tra queste tre località così distanti tra loro bisogna attingere all’immenso patrimonio di detti e proverbi siciliani, frutto di millenni di storia che hanno visto alternarsi popolazioni di origine diversa. Tra questi ce n’è uno enigmatico e dal sapore orientale: “firriari l’Arca e La Merca”, che si ricollega ai percorsi compiuti dai pellegrini musulmani verso la città santa di La Mecca, e che significa stare sempre in giro, girare il mondo e vagare senza riuscire a trovare ciò che si cerca. 

Questa locuzione ha un corrispettivo in spagnolo, ovvero “ir de Ceca en Meca”, dove la parola Ceca indica l’antico nome del Palazzo della Zecca di Córdoba, punto di partenza del pellegrinaggio dei fedeli musulmani che dalla Spagna si dirigevano verso La Mecca. Per gli arabi siculi, invece, il punto di partenza è da individuare nella parola Arca, derivante dall’arabo “Al-Halqa”, nome del quartiere in cui avevano sede l’emiro e la Moschea principale di Palermo. La locuzione siciliana e quella spagnola sono indipendenti, ma semanticamente legate dall’idea del bighellonare, dell’andare da una parte all’altra senza risultati. 

Le numerose varianti di questo detto mantengono lo stesso significato di base ma spesso contengono altri elementi, come nel caso delle locuzioni in cui viene citata anche Pantelleria. Un esempio è “Firriari l’Arca, l’Amerca e la Pantelleria”, tradotta come “Girare l’Africa, l’America e Pantelleria”, e presente in alcune opere letterarie. Tra queste è da segnalare il romanzo “La zia marchesa” del 2004, opera della scrittrice palermitana Simonetta Agnello Hornby, dove si trova la versione “Firriare l’Arca, la Merca e la Pantiddaria”.

Secondo diversi studi l’inserimento di Pantelleria in alcune varianti del detto può essere motivato dal fatto che l’isola era spesso una tappa intermedia per i pellegrini erranti che da Palermo navigavano verso il Mediterraneo orientale alla volta di La Mecca.

Nicoletta Natoli

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Settimana del Pianeta Terra: i geoeventi a Pantelleria, dal Centro Visite – Museo Geonaturalistico di Punta Spadillo alle Lave del Khaggiar https://www.terrazzedizighidi.it/settimana-del-pianeta-terra-i-geoeventi-a-pantelleria-dal-centro-visite-museo-geonaturalistico-di-punta-spadillo-alle-lave-del-khaggiar/ Mon, 28 Sep 2020 14:32:40 +0000 https://www.terrazzedizighidi.it/?p=5234 (Pantelleria, 27 Set 20) Sarà dedicata alla scoperta delle risorse naturali italiane, l’ottava edizione della Settimana del Pianeta Terra, che si svolgerà dal 4 all’11 ottobre 2020. Un’iniziativa che vuole far appassionare i giovani alla scienza, alle Geoscienze e trasmettere l’entusiasmo per la ricerca e la scoperta scientifica, quali strumenti per migliorare qualità della vita e sicurezza; investendo...

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(Pantelleria, 27 Set 20) Sarà dedicata alla scoperta delle risorse naturali italiane, l’ottava edizione della Settimana del Pianeta Terra, che si svolgerà dal 4 all’11 ottobre 2020. Un’iniziativa che vuole far appassionare i giovani alla scienza, alle Geoscienze e trasmettere l’entusiasmo per la ricerca e la scoperta scientifica, quali strumenti per migliorare qualità della vita e sicurezza; investendo su ambiente, energia, clima, alimentazione, salute, risorse e riduzione dei rischi naturali.

Anche quest’anno l’isola di Pantelleria darà la sua partecipazione con una settimana di approfondimento alla conoscenza delle sue geodiversità, biodiversità, architettura tradizionale, produzioni tipiche locali. Il Parco Nazionale Isola di Pantelleria, infatti, per tutti i giorni della Settimana del Pianeta Terra, dalle 10 alle 18, aprirà le porte del Centro Visite – Museo Geonaturalistico di Punta Spadillo, per parlare delle risorse naturali e del paesaggio agrario identitario, attraverso la proiezione di filmati, l’illustrazione dei panelli e delle mappe tematiche, e dei reperti geovulcanologici esposti nelle sale.

Da qui, l’invito per le guide Cai e gli operatori turistici a proporre una tappa obbligata a Punta Spadillo, dove ci saranno in programma, anche, seminari coordinati dal presidente del Parco, Salvatore Gabriele, e dal direttore Antonio Parrinello, per informare sull’immenso patrimonio geologico, naturalistico, archeologico, storico ed eno-gastronomico del territorio. Poiché l’iniziativa punta soprattutto al coinvolgimento dei giovani, il Parco incontrerà 50 studenti delle classi quinte dell’Istituto Superiore dell’Omnicomprensivo Almanza di Pantelleria che visiteranno il Centro Visite e faranno una geoescursione alle lave del Khaggiar. Sulla pagina web www.parconazionalepantelleria.it e sui canali social saranno pubblicati tutti gli aggiornamenti.

CONTATTI: geol.Carmine Vitale 347/8162807

biol. Andrea Biddittu 347/1973306

ufficio: 0923/569412

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Pantelleria, “se l’ami, l’ami per sempre”. Lettera di una turista https://www.terrazzedizighidi.it/pantelleria-se-lami-lami-per-sempre-lettera-di-una-turista/ Mon, 21 Sep 2020 15:57:10 +0000 https://www.terrazzedizighidi.it/?p=5230 Scritto da una ‘turista per caso’.Il vento regnava sovrano condizionando le scelte quotidiane di residenti e forestieri toccando vesti, palme, canne, arbusti e acque.Forse per questo a Pantelleria non c’era sabbia cosi il vento non avrebbe potuto spostare anche quella.Quel vento spostava tutto per poi rimetterlo apposto, com’era prima.A volte era fastidioso, al mare faceva...

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Scritto da una ‘turista per caso’.Il vento regnava sovrano condizionando le scelte quotidiane di residenti e forestieri toccando vesti, palme, canne, arbusti e acque.Forse per questo a Pantelleria non c’era sabbia cosi il vento non avrebbe potuto spostare anche quella.Quel vento spostava tutto per poi rimetterlo apposto, com’era prima.A volte era fastidioso, al mare faceva volare i cappelli lontano dalle teste delle donne, impediva alle imbarcazioni di attraccare. Al contempo aiutava i bagnanti a sopportare il caldo consentendo in estate di godere al meglio del solleone.Il vento in fin dei conti simboleggiava l’isola.Un’isola che ad un primo approccio appariva scomoda, dura, senza spiagge, con le strade strette e tortuose, con i Dammusi nascosti nella selvaggia vegetazione; un posto in cui gli alberi di agrumi dovevano essere protetti all’interno del cosiddetto giardino pantesco, una struttura in pietra a forma circolare, che impediva al vento di entrare con forza e disturbare la crescita dell’albero, ed in cui , per la stessa ragione, le viti prendevano la forma di un alberello collocato all’interno di buche nel terreno, profonde 20 centimetri .Eppure, guardando meglio, ci si accorgeva che l’essenza dei luoghi era li, sotto i tuoi occhi, ancora tutta da scoprire …. l’aridità nascondeva la loro morbidezza , l’apparente aggressività nascondeva armonia, la spigolosita’ era anche la loro forza.Il segreto dell’isola stava nei suoi silenzi , nella sua capacità di avvolgerti, di svegliarti, di scuoterti per farti capire che la natura, li’, con la sua maestosità, con i rumori forti del vento che scuote, decide le tue sorti, ti impone di riflettere, di prenderti del tempo, di pazientare per poi allietarti con i sapori più genuini, con lo zibibbo accompagnato dai capperi, dalle zucchine, dai pomodori cotti al sole rovente, con i tramonti, quelli che ricordano l’Africa, lenti, importanti, tutti da gustare mentre sorseggi un passito e ti chiedi : cosa puoi desiderare di più dalla vita?Pantelleria ti impone di confrontarti con l’unica cosa che in questo mondo frenetico ti può salvare , il contatto forte, appassionato, smisurato con la forza della natura che ti insegna a leggere la vita , a rialzarti proprio lì , dove poco prima (il vento) ti aveva fatto cadere, ad accettare di cambiare per poi rinascere nuovamente, altro da te, più forte, più vero.I Dammusi, i vecchi Dammusi, ti ricordano la storia, storia di contadini che li’ trovavano il fresco dopo il duro lavoro della terra, ti ricordano la fatica, i sacrifici, le dominazioni che si sono susseguite lasciando tutte un po’ di se’ e aggiungendo, ognuna di esse, qualcos’altro a ciò che era prima.E’ proprio vero quello che mi disse la prima volta in cui andai un saggio vecchietto cresciuto sull’isola: Pantelleria o l’amavi o la detestavi.E una cosa era certa: se l’amavi l’amavi per sempre.

Maria Ivana Cardillo

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Cappero soluzione Covid? Pantelleria è free per questo? il nostro Lillo intanto ci scrive una poesia https://www.terrazzedizighidi.it/cappero-soluzione-covid-pantelleria-e-free-per-questo-il-nostro-lillo-intanto-ci-scrive-una-poesia/ Mon, 14 Sep 2020 09:12:10 +0000 https://www.terrazzedizighidi.it/?p=5224 Da qualche giorno, specie a Pantelleria, non si parla d’altro che della “quercetina”, la sostanza cioè inibente del Coronavirus. La nostra isola che produce capperi tra le qualità migliori al mondo, probabilmente potrebbe aver trovato la spiegazione alla sua resistenza al contagio. Sono davvero poche le pietanze che non vengono condite con le gemme verdi...

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Da qualche giorno, specie a Pantelleria, non si parla d’altro che della “quercetina”, la sostanza cioè inibente del Coronavirus.

La nostra isola che produce capperi tra le qualità migliori al mondo, probabilmente potrebbe aver trovato la spiegazione alla sua resistenza al contagio.

Sono davvero poche le pietanze che non vengono condite con le gemme verdi e, dopo questa scoperta, probabilmente gli abitanti ne aumenteranno il consumo.

Come spiegano le testate nazionali più accreditate, la quercetina  funziona da inibitore specifico del coronavirus Sars-CoV-2, responsabile del Coronavirus.

Questa sostanza destabilizzerebbe la proteina principale del patogeno: la 3CLpro.

Lo studio, pubblicato sull’International Journal of Biological Macromolecules. ha visto la partecipazione anche dell’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche, il Cnr-Nanotec di Cosenza.

Il poeta Lillo di Bonsulton, non poteva non trattare anche questa gustosa notizia e, così, in rima ecco:

( La Quercertina Del Cappero )

Di sicuru qualchi lustru,
“Nta nostr’isula spuntau,
La molecula du scjappiru,
Chista u’ virus mmazzau,…

Finalmenti semu libiri,
Chiu’ nun semu mascarati,
Chi parimmu a carnivali
Simmu a fari caminati,

Ora chista quercetina,
Di lu scjappiru nustrali,
Chi facennu li nghizzioni
Ci va’ tutti a libirari,!!

Quindi lu stivali interu,
Ci ava jri a ringrazziari,
Pirchi u’ scjappiru dill’isula,
Fa’ spariri chistu mali,!!

Percio’ siti competenti,
E’ cull’autri nun mmiscati,
Pirchi sulu “nti chist’isula,
Vuj l’origini truvati,

Chisti scjappiri spicjali,
C’autri parti nun ci sta’,
Ccj po’ iri a scimighjari,
Ma nunnesti originali,…

Quindi spettu fiducjusu,
Stu vaccinu risulventi,
Pirchi nescj da nostr’isula,
E’ ccj fa’ tutti cuntenti,!!

L i l l o di Bonsulton

Fonte: https://www.ilgiornaledipantelleria.it

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Verona Marathon Explore decolla tra un mese a Pantelleria https://www.terrazzedizighidi.it/verona-marathon-explore-decolla-tra-un-mese-a-pantelleria/ Mon, 14 Sep 2020 09:01:33 +0000 https://www.terrazzedizighidi.it/?p=5220 Tante emozioni, colori, sapori, profumi, paesaggi da vivere a Discovery Pantelleria VERONA – Decolla tra un mese (10-17 ottobre) il volo diretto alla Discovery Pantelleria, la Perla Nera del Mediterraneo scelta da Verona Marathon Explore in collaborazione con Welcome Travel come evento fuori porta. Un viaggio per conoscere la natura, le tradizioni, la cultura eno-gastronomica e per esplorare i sentieri di...

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Tante emozioni, colori, sapori, profumi, paesaggi da vivere a Discovery Pantelleria

VERONA – Decolla tra un mese (10-17 ottobre) il volo diretto alla Discovery Pantelleria, la Perla Nera del Mediterraneo scelta da Verona Marathon Explore in collaborazione con Welcome Travel come evento fuori porta. Un viaggio per conoscere la natura, le tradizioni, la cultura eno-gastronomica e per esplorare i sentieri di questa magnifica isola nel cuore del Mediterraneo. Il format non è nuovo e sta prendendo piede sempre di più, grazie alla trasversalità di intenti e alla capacità inclusiva di podisti veri, amanti della natura, viaggiatori alla ricerca di nuove avventure, esploratori e podisti che vogliono mettersi alla prova.

Lo scorso anno a dicembre Verona Marathon Explore era volata a Zanzibar, una esperienza di grande successo come testimoniano il calore e l’entusiasmo con cui ne hanno raccontato non solo i partecipanti ma anche lo staff del posto, ben lieto di accogliere una tipologia di turisti desiderosi di immergersi nel contesto locale. Una vacanza singolare, fatta di viaggio, conoscenza di un territorio, escursioni turistiche, cultura locale e corsa, l’ideale per chi voglia approfittare della passione podistica come scusa per soddisfare la voglia di esplorare il mondo.

A causa della pandemia da COVID19, quest’anno ci si fermerà nei confini italiani, sebbene all’estremo sud. “Non è un addio a Zanzibar ma solo una nuova destinazione – ha spiegato Nicola Dal Grande, General Manager di Verona Marathon Explore – a cui speriamo di aggiungerne tante altre e che ci auguriamo possa far felici i partecipanti come nella edizione zero di Zanzibar.”

Verona Marathon Explore decolla tra un mese a Pantelleria

L’IDEA – Nata in seguito all’entusiasmo che un gruppo di amici, che vi ha risieduto, ha manifestato nella descrizione dell’isola, Discovery Pantelleria vuole raccontare le bellezze dell’isola nel pieno rispetto della natura – “Abbiamo contattato un referente locale che ci ha aiutati ad individuare i percorsi giusti, in termini di sicurezza, rispetto dell’ambiente, fattibilità e spettacolarità”, ha detto Nicola Dal Grande – “il tutto tenendo conto che i partecipanti sono anche dei podisti, ma soprattutto persone alla ricerca di nuove avventure e di un tuffo nelle tradizioni locali”.

IL PROGRAMMA – Dal 10 al 17 ottobre sono previsti sette giorni intensi e ricchi di attività, dalla esplorazione del territorio alle degustazioni presso cantine storiche, alle gite in barca e le attività di benessere, dove il podismo sarà inquadrato in un contesto ludico e culminerà nella partecipazione alla manifestazione “La classica di San Fortunato” (Km 5-16-40), “In un momento storico in cui fare gruppo è impossibile per ragioni legate alla sicurezza sanitaria, poter stabilire un contatto con persone che condividono la passione per questo modo di viaggiare ha sicuramente un effetto positivo” – ha commentato Nicola, “ciò che ci ha più soddisfatti è che nella precedente esperienza abbiamo avuto modo di osservare che si creano dei legami all’interno del gruppo, cosa che ha spinto alcuni dei partecipanti di Zanzibar a mantenersi in contatto tra di loro e con noi e ad essere i primi ad iscriversi per questa nuova avventura”, ha aggiunto. 

Verona Marathon Explore decolla tra un mese a Pantelleria

SICUREZZA – Alla base dell’intera esperienza sono previsti il rispetto delle normative FIDAL e del decreto governativo in termini di sicurezza per la prevenzione della diffusione del COVID19 – “Tutto questo sarà di semplice attuazione grazie al fatto che si tratta di un piccolo gruppo, massimo 35 persone, al quale ricorderemo di indossare i dispositivi di protezione individuale e rispettare le regole di distanziamento” – ha detto Nicola.

COME PARTECIPARE – Gaac 2007 Veronamarathon ASD, con il supporto di Welcome Travel e IMPERATORE TRAVEL WORLD SRL, cura l’organizzazione sportiva della 1^ edizione del “Discovery Pantelleria, manifestazione di Trail Running e Trekking a tappe che si svolgerà dal 10 Al 17 ottobre 2020 sull’isola di Pantelleria. La partecipazione è aperta a tutti ed è subordinata all’acquisto di un pacchetto (volo escluso). La manifestazione sportiva ed il relativo programma di viaggio verranno confermati al raggiungimento minimo di 20 partecipanti compresi gli accompagnatori entro e non oltre il 15 Settembre 2020, mentre le iscrizioni saranno chiuse al raggiungimento di 35 partecipanti.

Info viaggio: stella.galvani@wtg.it

Info gara: travel@veronamarathon.it

Fonte: https://www.tuttosport.com

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Giorgio Armani racconta Pantelleria: «Quei dammusi a mia immagine e somiglianza» https://www.terrazzedizighidi.it/giorgio-armani-racconta-pantelleria-quei-dammusi-a-mia-immagine-e-somiglianza/ Mon, 31 Aug 2020 13:53:06 +0000 https://www.terrazzedizighidi.it/?p=5198 Lo stilista trascorre da molti anni parte dell’estate sull’isola e ha ristrutturato alcune delle case tipiche, arredandole passo dopo passo anche con mobili e complementi della linea Armani / Casa Penso di potermi considerare tra i primi turisti di Pantelleria. Ma non fu amore a prima vista, anzi. All’inizio la trovai brulla, scontrosa, rude. Senza...

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Lo stilista trascorre da molti anni parte dell’estate sull’isola e ha ristrutturato alcune delle case tipiche, arredandole passo dopo passo anche con mobili e complementi della linea Armani / Casa

Penso di potermi considerare tra i primi turisti di Pantelleria. Ma non fu amore a prima vista, anzi. All’inizio la trovai brulla, scontrosa, rude. Senza comodità né spiagge sabbiose, con le rocce che procuravano lividi e una costante sensazione di disagio.

Non vedevo l’ora di andarmene. E invece mi resi conto che qualcosa mi aveva stregato. Il colpo al cuore fu scoprire Cala Gadir. Lì c’erano tre dammusi, le tipiche case di Pantelleria, in pietra lavica, tenute insieme da un impasto di terra e acqua – gioielli di architettura rurale – con il tetto bianco a cupola, pensate per il clima particolare dell’isola e le cui origini risalgono alla presenza degli arabi. Li acquistai, e così mi sono regalato questa casa, che col tempo si è ampliata fino a comprenderne altri quattro. Da allora, questo è stato il mio rifugio dove trascorro parte delle vacanze estive, lontano dal ritmo caotico della città. Nel corso degli anni naturalmente l’isola è stata migliorata nei servizi, ci sono alberghi e ristoranti, eppure sa mantenere ancora intatta tutta la sua bellezza naturale e selvaggia.

Strano a dirsi, ma a Pantelleria il mare non è una priorità. È l’isola nel suo insieme, la luce, il terreno di roccia vulcanica, nero e accidentato, le persone che la abitano, ad avere un ruolo centrale. E grazie a questo connubio che riesco a rilassarmi. Nel corso degli anni mi sono dedicato molto all’oasi che circonda la tenuta e che oggi, oltre alle varietà di piante e fiori del luogo, conta ben duecento palme, di cui cinque, centenarie, provenienti da una villa di Palermo, salvate dall’autostrada che doveva tagliare in due il giardino, oltre alla vigna per il mio Passito che ho chiamato «Oasi».

Arredare la villa è stata una lunga impresa, che in un certo senso non è mai finita perché mi piace aggiungere nuovi oggetti, pezzi vintage o trovati nei mercatini. All’inizio predominava una semplicità elementare, ravvivata da qualche nota esotica, sottolineata dai toni morbidi dei muri che danno una sensazione di benessere quando la luce fuori diventa abbagliante.

Poi ho iniziato ad aggiungere qua e là mobili Armani/Casa che con la loro forma moderna creavano un bel contrasto. Un gusto che nell’insieme combina natura ed evasione (Armani / Casa è la linea di complementi d’arredo, mobili, accessori tessili firmata da Giorgio Armani; lanciata nel 2000, è oggi presente in molte città con negozi monomarca dedicati, ndr). Perché la casa di vacanza deve far sognare, rappresentare una rottura con la quotidianità del lavoro, per regalarsi anche il piacere della compagnia dei familiari, e degli amici, ma solo di quelli che non hanno smanie, pretese, copioni. Amici veri.

Fonte: https://www.ilsole24ore.com

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Pantelleria e il suo oro blu. L’acqua isolana in un escursus di Lulia Caputo https://www.terrazzedizighidi.it/pantelleria-e-il-suo-oro-blu-lacqua-isolana-in-un-escursus-di-lulia-caputo/ Mon, 24 Aug 2020 13:52:28 +0000 https://www.terrazzedizighidi.it/?p=5193 L’accesso all’acqua potabile ha da sempre rappresentato il discrimine tra la civiltà e la barbarie, tra il benessere e la sofferenza di intere comunità umane e tra la salute e la malattia di intere popolazioni. L’oro blu e’ negli anni divenuto un bene sempre più prezioso al pari dell’agoniato oro nero, il petrolio, e forse...

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L’accesso all’acqua potabile ha da sempre rappresentato il discrimine tra la civiltà e la barbarie, tra il benessere e la sofferenza di intere comunità umane e tra la salute e la malattia di intere popolazioni.

L’oro blu e’ negli anni divenuto un bene sempre più prezioso al pari dell’agoniato oro nero, il petrolio, e forse oggi ancora più prezioso dati gli attuali livelli di inquinamento anche di falda profonda ed i cambiamenti climatici in atto, siano essi naturali o indotti dall’uomo.
Sull’isola di Pantelleria, dove l’acqua dolce e potabile non e’ immediatamente disponibile, già gli antichi ne facevano buona riserva utilizzando le rotondità dei tetti dei dammusi, costruiti appositamente con tale forma oltre che gradevole anche funzionale, per fare scivolare dolcemente l’acqua piovana nelle cisterne di raccolta poste a lato o sotto le loro abitazioni.

Foto di Francesco Patanè

Ma la svolta idrica, per la bella Perla Nera del Mediterraneo, arriva dopo secoli, nel 1975, con l’ inizio della costruzione dell’allora più grande impianto di dissalazione di acqua marina d’Italia.
Dopo un periodo di stallo e riavvio, come purtroppo da italica abitudine, nel 1987 l’impianto, e’ stato messo finalmente in funzione e ammodernato poi nel 2015 con l’aggiunta di nuovi moduli per servire meglio le diverse contrade dell’isola, con tecnologia tutta ” Made in Italy”.

Ma  come funziona il dissalatore di Pantelleria e perché si può dire che l’acqua prodotta abbia un buonissimo standard qualitativo?

In questo impianto l’acqua da dissalare è prelevata direttamente dal mare per essere sottoposta, attraverso la spinta di potenti sistemi di pompaggio, ad una fase di pretrattamento ad ultrafiltrazione per eliminare tutte le sostanze in sospensione, ad una fase di dissalazione ad osmosi inversa per eliminare la salinità marina e purificarla da eventuali inquinanti chimici, come ad esempio idrocarburi e metalli pesanti tossici.
L’ osmosi inversa (abbreviazione: RO dall’inglese Reverse Osmosis), è il processo in cui si forza il passaggio delle molecole di solvente dalla soluzione più concentrata alla soluzione meno concentrata ottenuto applicando alla soluzione più concentrata una pressione maggiore della pressione osmotica. In pratica l’osmosi inversa viene realizzata con una membrana semi-permeabile che trattiene il soluto da una parte impedendone il passaggio e permettendo di ricavare il solvente puro dall’altra.

Dopo la sua osmotizzazione, nell’impianto l’acqua passa all’ulteriore fase di re-mineralizzazione che restituisce all’acqua così prodotta quella quantità di sali minerali naturalmente utili al metabolismo umano , prima della sua clorazione per sanificarla da un punto di vista micro-batteriologico e quindi renderla pronta per la sua immissione in rete idrica cittadina: i controlli dei parametri micro-biologici, chimici e fisici sono costanti e, dunque, l’acqua prodotta rispetta i parametri di potabilità di legge ed e’ quindi sicura e controllata per l’utenza.
Parlando poi dell’impatto energetico e di CO2 prodotta, va detto che gli impianti che impiegano l’osmosi inversa consumano meno energia rispetto agli impianti che adottano processi di evaporazione, e sono processi che uniscono tecnologia a configurazioni impiantistiche che garantiscono ormai buona efficienza energetica, anche se il meglio sarebbe evitare l’utilizzo della nafta per alimentare l’impianto ed utilizzare invece energie rinnovabili come il sole , il vento, il moto ondoso ed il geo-termico a basso impatto ambientale, metodi alternativi già allo studio .

Possiamo dire che, con una buona rete idrica funzionante che serva almeno le principali e più popolose contrade isolane, l’approvvigionamento ed il servizio idrico con acqua di qualità sarebbe un problema risolto sull’isola, lasciando alle autobotti una quantità residuale di servizio, pur utile, in tutta Pantelleria.

Un suggerimento all’Amministrazione comunale per far comprendere appieno il valore dell’acqua potabile?  organizzare visite guidate al dissalatore cittadino per i giovani cittadini panteschi e per i turisti sull’isola di Pantelleria al fine di promuovere la cultura del rispetto dell’acqua : l’elemento naturale essenziale per la Vita.

Lulia Caputo

Fonte: https://www.ilgiornaledipantelleria.it

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