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Le Terrazze di Zighidì
6 Ott

Passito, da Pantelleria il vino più affascinante

Con la sua dolcezza, il suo calore, i suoi aromi, è uno dei vini più evocativi d’Italia


È un nettare, più che un vino. Un prodotto che fa sognare. Una bevanda evocativa, che sa di sole, di mare, di tramonti, di paesaggi estremi. Il Passito di Pantelleria è uno dei vini più affascinanti d’Italia, anzi, di Sicilia, perché il legame con il territorio è, nel suo caso, imprescindibile. Si produce solo ed esclusivamente in quella piccola, splendida, remota isola mediterranea, che gode di particolarità climatiche uniche, e lo si fa da secoli, secondo tradizioni immutate. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sul Passito di Pantelleria.

Turismo.it ha individuato per voi alcune etichette di Passito di Pantelleria da acquistare online, come questoBen Ryè Donnafugata. Ne trovate altre al paragrafo a fine articolo. Inoltre, potete scoprire molti altri prodotti nella sezione Amazon dedicata al Made in Italy.

Pantelleria e il suo Passito DOC

La disciplinare DOC stabilisce il Passito di Pantelleria si può produrre esclusivamente a partire dal vitigno Zibibbo (anche chiamato Moscato). Deve provenire da uve sottoposte ad appassimento al sole, che può anche avvenire sulla pianta o dopo la raccolta – la tecnica maggiormente utilizzata è la seconda. Si possono coprire le uve in caso di intemperie, ma l’appassimento deve avvenire in maniera naturale. Non si possono aggiungere mosto o altro vino, ma è permesso arricchire il Passito di altra uva passita al sole con alta concentrazione di zuccheri. Il vero Passito di Pantelleria DOC si può consumare solo a partire dal 1 luglio dell’anno successivo alla vendemmia, stabilisce la disciplinare.

Giallo ambra, con sfumature che ricordano il miele, profumatissimo, dolcissimo, denso, corposo, caldo: un sorso di Passito di Pantelleria accende tutti i sensi, e con il suo esuberante aroma si rivela immediatamente riconoscibile. D’altronde, la sua produzione è unica, come è unica la terra in cui nasce. L’isola di Pantelleria è di origine vulcanica, è poco soggetta a precipitazioni, ha una temperatura mediamente mite tutto l’anno. Ma un elemento fondamentale nel clima isolano è il vento, che spira impetuoso, tanto che i primi viticoltori hanno sviluppato un metodo particolare per permettere alla vite di prosperare. Le piante vengono messe al riparo in conche scavate nel suolo, dove non solo sono protette dalle folate, ma raggiungono anche più facilmente il nutrimento dal terreno altrimenti arido. Inoltre, all’interno di queste conche le viti, chiamate ‘ad alberello’ e dichiarate dall’Unesco Patrimonio Immateriale dell’Umanità, godono di un microclima ideale per produrre acini grossi e dolci.

Il paesaggio di Pantelleria è punteggiato di queste particolari coltivazioni, che si sviluppano su terrazzamenti, e narrano di un legame secolare con la tradizione. Il vitigno Zibibbo sarebbe infatti arrivato sull’isola in tempi molto antichi: secondo la versione più caldeggiata dagli storici furono gli Arabi a portare queste uve sulle coste pantesche, tanto che la parola araba ‘zaibib’ significa proprio ‘uva essiccata’. Altro possibile etimo è Capo Zebib, promontorio a nord della Tunisia, situato esattamente di fronte a Pantelleria. Ma origini del nome a parte, la tradizione di coltivare in terrazze, proteggendo le piantagioni con muretti in pietra, viene da una tecnica secolare, che il contadino pantesco non ha abbandonato, e che ha modellato i paesaggi isolani.

Un altro prodotto tipico di Pantelleria sono i capperi, anch’essi coltivati sugli iconici terrazzamenti: ve ne abbiamo parlato in questo articolo.

Pantelleria viene chiamata la ‘perla nera del Mediterraneo’, in riferimento non solo alla struggente bellezza dei suoi paesaggi, ma anche al colore del suolo caratterizzato da quella sfumatura scura, nera, tipica dei terreni vulcanici. Un’isola dalla costa frastagliata, ricca di grotte e anfratti, circondata da un mare cristallino e da fondali ricchissimi (ve ne abbiamo parlato in questo articolo). Il suo punto più alto è la Montagna Grande (836 metri), da cui si può ammirare l’incantevole paesaggio pantesco che, oltre ad essere caratterizzato dalle sopra citate terrazze coltivate, è punteggiato dalle tipiche strutture basse in pietra nera chiamati dammusi, spesso mimetizzati tra le rocce.

Acquistare il Passito di Pantelleria

Data la dolcezza e la corposità di questo vino, l’abbinamento consigliato è senza dubbio quello con i dessert e soprattutto della pasticceria secca. Ma non è da sottovalutare l’accostamento a qualche tipo di formaggio, specialmente gli erborinati. Per accompagnarlo, date un’occhiata a questa pagina in cui Amazon propone tutti i prodotti Siciliani acquistabili online.

Il Passito di Pantelleria DOC Ben Ryè Donnafugata, in bottiglia da 375 ml (confezione in astuccio) lo potete acquistare a questo link.

Mentre il Passito Naturale di Pantelleria DOC Pellegrino 2017, elegante vino dai profumi di albicocca, frutta candita e fico secco, in bottiglia da 500 ml, si può trovare qui.

Se invece volete provare un Passito di Pantelleria liquoroso, che secondo la disciplinare si ottiene con l’aggiunta di alcol di origine viticola (e le uve si possono appassire anche in ambiente condizionato) potete provare questo Duca di Castelmonte.

Fonte: https://www.turismo.it/